AUMENTO DELLE TRUFFE
DA TRADING ONLINE

Negli ultimi mesi, causa l’impennata dei bitcoin, è stato registrato un incremento delle denunce per reati di truffa del c.d. trading online.

Si tratta di un fenomeno criminale estremamente insidioso e di elevato allarme sociale, soprattutto per l’ammontare del danno economico patito dalle vittime, che va de poche migliaia fino a oltre centomila euro.

Nello schema ricorrente la truffa nasce da un contatto diretto tra vittima e truffatore, attraverso piattaforme social, app di incontri, chiamate promozionali ricevute dalla vittima, e in alcuni casi, chiamate fatte dalla vittima stessa rispondendo ad annunci presenti sui social che promettono lauti guadagni.

La truffa ha come oggetto un presunto investimento nel mercato delle cripto-valute, notoriamente caratterizzato da una volatilità di prezzo tale da incentivare il malcapitato ad investire ingenti somme di denaro con l’illusione di guadagni molto elevati (+30% della somma investita nel breve termine ed anche cifre maggiori).

In tutti i casi la vittima viene invitata a registrarsi su una piattaforma online gestita dal truffatore, che riporta dati falsi che hanno il solo scopo di motivare il malcapitato a versare somme sempre maggiori con l’illusione di grandi guadagni. Allorché la vittima chiede di monetizzare i propri guadagni, i truffatori chiedono altro denaro, a titolo di presunte tasse da versare all’autorità di governance inglese (F.S.A.) ovvero commissioni al broker stesso.

  • diffidare da promesse di guadagni eccessivi e sproporzionati
  • diffidare da operatori che contattano dall’estero (es. +44, +34, +33, +852, ecc.)
  • diffidare da donne asiatiche conosciute su piattaforme di incontri che si presentano esperte nel settore finanziario
  • verificare sempre sui siti web di Consob e Banca d’Italia che il broker sia esistente e realmente autorizzato ad offrire servizi di investimento in Italia, nel dubbio non intraprendere alcuna attività
  • diffidare da operatori che sollecitano un investimento iniziale di circa 250 euro (nella totalità della casistica si tratta del primo step della truffa)
  • non trasferire denaro verso IBAN stranieri se non avendo la certezza che il beneficiario sia un operatore autorizzato all’esercizio dei servizi di investimento in Italia
  • diffidare da IBAN intestati a persone fisiche (trattasi di prestanome o altre vittime della stessa tipologia di reato, adoperati per anonimizzare i trasferimenti e favorire il riciclaggio)
  • non inviare copia dei propri documenti personali senza prima aver verificato l’autorizzazione ad operare servizi di investimento in Italia
  • non rivelare mai a terzi dati relativi ai propri account, quali username e password
  • non installare mai app per il controllo remoto dei propri dispositivi
  • non effettuare trasferimenti dal proprio portafoglio di cripto-valuta verso indirizzi indicati dal broker (si tratta normalmente di indirizzi che il truffatore utilizza per impossessarsi della cripto-valuta e anonimizzare i successivi movimenti)
  • non cadere nell’ulteriore trappola dei frodatori che, con il pretesto di “sbloccare” i rimborsi di quanto già “investito”, richiedono il pagamento di ulteriori somme di danaro a titolo di tasse dovute al F.S.A. (Financial Services Authority): sono autentiche estorsioni
  • non credere a presunti avvocati e consulenti che promettono il recupero delle somme eventualmente già perse.
Se pensi di esser stato oggetto di una truffa on line non esitare a contattarci !

Abbiamo trattato molteplici casi di truffa perpetrata mediante falso trading crypto online. In diverse circostanze, a seguito delle nostre azioni, le forze dell’ordine sono riuscite, attraverso sequestri, a recuperare i soldi che ignari piccoli investitori pensavano di aver investito ed invece erano caduti nel tranello ordito nei loro confronti.

Di Andrea Ziletti

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